Dazi USA sul 25%: crisi dell’acciaio e mercati in caduta

08 aprile 2025
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Acciaio e mercati in crisi: l’effetto dei dazi USA sul settore siderurgico e sull’economia globale

Il settore siderurgico europeo e i mercati finanziari internazionali stanno affrontando una fase di forte instabilità, innescata dalla recente decisione dell’amministrazione statunitense di applicare dazi del 25% su acciaio e alluminio. Si tratta di una misura protezionistica che ha prodotto effetti immediati su export, prezzi, catene di approvvigionamento e fiducia degli investitori.

Questo approfondimento analizza l’impatto attuale dei dazi sul mercato siderurgico, la reazione delle Borse mondiali e le possibili evoluzioni nei prossimi mesi.


Il contesto pre-crisi: una crescita attesa del settore siderurgico

Secondo la World Steel Association, prima dell’introduzione dei dazi, il 2025 si presentava come un anno di moderata espansione per il mercato dell’acciaio. La domanda globale era prevista in crescita tra il 2% e il 3%, trainata da Asia, Paesi emergenti e settori industriali chiave come edilizia, infrastrutture e automotive. L’Unione Europea, in particolare, manteneva una posizione strategica grazie alla produzione di acciaio di qualità destinato anche al mercato statunitense.


L’effetto dei dazi sul commercio e sulla produzione

L’adozione di dazi del 25% da parte degli Stati Uniti avrà un impatto diretto e pesante:

  • Riduzione della competitività dei produttori europei, che subiscono un incremento immediato dei prezzi sul mercato USA

  • Riorganizzazione delle catene di fornitura, con aziende americane costrette a cercare alternative interne

  • Reazioni politiche dure, con l’Unione Europea che ha annunciato misure di ritorsione su beni statunitensi per un valore complessivo stimato in 26 miliardi di euro

Questa escalation ha trasformato la questione in una vera e propria crisi commerciale, con riflessi economici estesi.


I mercati reagiscono con ribassi generalizzati

Le Borse hanno risposto in modo netto, con cali marcati su tutti i principali indici mondiali. Alcuni mercati, come quello tecnologico, sono entrati in fase ribassista conclamata.

Nell’arco di poche settimane:

  • L’indice S&P 500 ha perso oltre il 20% dai massimi dell’anno

  • Il NASDAQ 100 ha segnato una diminuzione simile, confermando l’ingresso in “bear market” -25% dai massimi di marzo

  • Il Dow Jones ha subito una contrazione di circa il 12% in pochi giorni

  • Le Borse europee hanno registrato ribassi tra il 12% e il 16%, con Francia, Germania e Regno Unito particolarmente colpiti, -16,5% dai massimi di Marzo

  • Il mercato cinese ha perso oltre il 16% dall’inizio dell’anno

  • Bitcoin ha visto un calo di circa il 21% rispetto ai massimi di inizio 2025

  • L’indice VIX, indicatore della volatilità, è più che triplicato, segnalando una forte incertezza tra gli investitori


Le conseguenze nel mercato siderurgico europeo

Calo dell’export verso gli USA

I produttori europei di acciaio si trovano a fronteggiare un'improvvisa perdita di competitività sul mercato statunitense. L’aumento dei costi dovuto ai dazi rende economicamente svantaggioso mantenere i flussi attivi, con la conseguenza di ordini bloccati, ritardi e rinegoziazioni.

Rischio di saturazione del mercato interno

La diminuzione delle esportazioni può determinare un accumulo di offerta in Europa. In assenza di una domanda interna in crescita, il rischio è quello di una pressione al ribasso sui prezzi e, di conseguenza, di un calo dei margini operativi per i produttori.

Aumento dei costi negli Stati Uniti

Le aziende americane, obbligate a rifornirsi da produttori locali, si trovano a pagare prezzi più alti. Secondo alcune analisi, l’incremento potrebbe superare il 10-15% nel breve termine, con impatti significativi su settori come edilizia, infrastrutture, automotive ed energia.


Tre scenari possibili per i prossimi mesi

1. Distensione commerciale:
Un eventuale accordo tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe portare alla riduzione o sospensione dei dazi. In questo caso, i mercati si stabilizzerebbero e il settore siderurgico europeo potrebbe riprendere a crescere già dal secondo semestre 2025.

2. Guerra commerciale prolungata:
Nel caso in cui i dazi restassero in vigore, si aggraverebbe il surplus di offerta in Europa e si consoliderebbe una fase di compressione dei prezzi e dei profitti, con probabili tagli alla produzione.

3. Escalation globale:
Se anche altri Paesi (come Cina, India o Brasile) dovessero rispondere con ulteriori misure protezionistiche, si rischia uno squilibrio mondiale dell’offerta di acciaio, con dinamiche difficili da controllare sia a livello logistico che finanziario.


Proiezioni da fonti autorevoli

  • World Steel Association: domanda globale prevista in crescita del 2,2% (pre-dazi)

  • Goldman Sachs: possibile rallentamento tra 1 e 1,5 punti percentuali sulla crescita globale della domanda di acciaio

  • Bank of America: aumento stimato dei prezzi del 10-15% nel mercato statunitense

  • Eurofer: rischio surplus in Europa per diversi milioni di tonnellate

  • Commissione UE e BCE: segnalano alta volatilità e pericolo stagnazione dell’export europeo


E ora?

Il settore siderurgico si trova oggi in un punto critico, dove le decisioni politiche stanno ridefinendo i confini del mercato globale. I dazi USA del 25% hanno generato uno squilibrio che coinvolge tutta la filiera, dal produttore al consumatore finale, passando per le borse e le politiche monetarie.

Nel 2025, sarà fondamentale monitorare con attenzione l’evoluzione della situazione. La capacità di adattamento strategico delle aziende siderurgiche e il ruolo delle istituzioni internazionali saranno determinanti per evitare una crisi più profonda.